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Lo scritto “la Cina in pillole” non vuole essere un libro, ma una serie di appunti, utili per meglio comprendere. Esso nasce da una passione, quasi un innamoramento, dell’universo sinico da parte dell’autore causato da oltre 20 anni di frequentazioni e da rilevanti letture.
Tanto da considerarsi occidentale fuori, ma “cinese” dentro.
D’altra parte il bagaglio di conoscenze accumulate nel tempo ha reso l’autore, assolutamente non certo delle proprie conoscenze ma al contrario consapevole di sapere di non sapere, infatti l’universo Cina tanto è ampio, che più lo si esplora più se ne amplia contemporaneamente l’orizzonte e quindi l’infinito ancora da scoprire.
L’autore ha voluto affrontre l’argomento Cina da moltissime angolature.
Approfondendo la parte storica, sempre pero’ “utilizzandola” per meglio chiarire le forti influenze sul presente.
Approfondendo la parte sul pensiero cinese (la “filosofia”) perchè reputata fondante e
fondamentale non tanto per una miglior comprensione ma proprio per “la” comprensione delle differenze tra la mentalità occidentale e quella sinica.
Fondamentale è l’analisi sull’andamento economico della Cina odierna preceduto per una sua miglior comprensione dalla stagione delle riforme economiche e politiche di Deng Xiao Ping e di quelle successive alla sua morte fino ai giorni nostri; riforme strutturali enormi che hanno catapultato il paese arretrato e contadino di Mao nella seconda potenza mondiale, come era solo nei sogni di Mao appena trent’anni prima.
Parte rilevante hanno i capitoli sul diritto in Cina e sulla storia e sul pensiero filosofico che stà alla base del diritto.
Si parla anche della vastità della geografia cinese e dell’importanza dei flussi migratori e turistici cinesi all’estero.
Un accenno perfino al bon ton e alle principali regole di comportamento laddove differiscono con quelle occidentali, per non creare imbarazzi reciproci.
Insomma un piccolo, grande scritto in grado di catapultare il lettore in un universo così
mentalmente lontano dal nostro, ma nel contempo diventato, oggi, ai tempi della globalizzazione, dei viaggi transoceanici e di internet invece, a noi molto, molto vicino.
L’autore, fedele alla propria sinizzazione, non nasconde nemmeno l’uso, per la mentalità
occidentale, disinvolto della copia (il cui concetto cinese di liceità viene ben spiegato nel capitolo sulle copie) infatti applica alla lettera il detto di Confucio che disse:”Io tramando non creo”.
Concludendo che si ami o si odi la Cina, oggi, non si può prescindere dalla sua conoscenza e
certamente una migliore conoscenza reciproca non può che evitare i fraintendimenti e facilitare l’incontro fra le culture cosi’ antiche e così diverse da sempre.
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